Non pensate all’altezza del cappello da cuoco come ad un innalzamento dell’EGO del cuoco stesso. Sì, il cappello (o Toque… o la “berretta bianca”) è sinonimo di fierezza, ma non del ragionamento cappello lungo = chef più alto in grado… Non è il podio con cappello basso, cappello medio, cappello alto. L’altezza è solo una questione di comodità. Perché se il cappello è alto e la cappa è bassa… non è praticissimo. Personalmente amo il cappello alto come simbolo d’appartenenza. Dritto, e bianchissimo.
Il primo ad usare la toque, è stato il cuoco Marie-Antoine Carême, prima di lui si usavano retine, cuffie, berretta scozzese o copricapi etnici d’appartenenza. Carême dopo aver visto la toque in testa ad uno dei suoi sottocuochi ha pensato di farlo usare da tutta la brigata. Da quel momento è diventato il cappello per eccellenza del cuoco. Invece di vederlo come una costrizione, il cappello da cuoco è da vivere come un simbolo di fierezza.
Materiale. Lo uso in tessuto non tessuto (tnt), usa e getta. Non serve lavare ne inamidare e quando è finito lo butti e ne usi un altro.Quelli di carta li ho scartati quasi subito perché quando si suda, può essere carta resistente, ma inizia a macchiarsi e tagliarsi. Quelli di stoffa non li amo proprio perché non mi piacciono le cose spiegazzate e stirarli è dura.
Colore. Come la giacca da cucina, il cappello da chef DEVE ESSERE BIANCO. Il bianco è il colore del pulito, il colore che deve stare in cucina. Apparte i pantaloni neri o pied de poule o al massimo gessato fine, solo il grembiule può variare di colore. Giacca e cappello SEMPRE BIANCHI! Non stiamo a fare i personaggi, la divisa da cuoco è bianca. Se ti sporchi, ti cambi. Fine.
Usateli di carta, di tnt, di stoffa… che siano alti o bassi, dritti o flosci… però usatelo. E soprattutto BIANCO.
L’ha ribloggato su Grande cappello, poco cervelloe ha commentato:
Masterchef!
"Mi piace""Mi piace"