Ci sono molte cose che mi mettono in pace col mondo, ed una di queste è il croque monsieur. Non sono schiavo dei francesismi… Solo che questa preparazione l’imparai al mio primo scontro con la cucina. Quando ero ancora molto pischello a scuola e non sapevo cosa significasse andare in una vera cucina e lavorarci… o per meglio dire viverci.
Per la prima volta, infatti, in quel 5 stelle lusso a Sirmione, capii cosa volesse dire fare il cuoco. Ore ed ore in piedi in cucina a farti sbraitare dallo chef, senza un sorriso da nessuno e con un sacco di lavori lunghissimi da fare… Per un attimo ho accarezzato l’idea di aver sbagliato tutto e di dover pensare a qualcos’altro da fare.
Poi ho saputo che non tutte le cucine comunque erano fuori di testa come quella… con lo chef che sbraitava a volte così forte che si sentiva in sala, i cuochi tutti sulle spine ad odiarsi e il servizio lungo e con un sacco di errori.
Due cose ho imparato… a non voler mai più lavorare così, e a farmi i croque monsieur (cibo consolatorio di fine servizio).
Ci sono mille varianti di questa ricetta… la mia non è neanche quella precisa perchè non ha l’uovo all’occhio di bue vero e proprio.
Si tratta di due fette di pan brioche (quello che al 5 stelle dove lavoravo davano con le colazioni o con il servizio di formaggi, mostarde e confetture), due fette di prosciutto cotto di Praga e come formaggio al centro del Brie.
Si sbatte poi un uovo, e lo si usa per passarci il panino ben pressato. Quindi si scalda bene un cucchiaio di burro in padella e si procede a rosolare per bene.
Si deve rosolare da entrambe le facciate…
… ma anche su tutti i lati!
Ed il Croque monsieur è pronto!