“Ho superato i 30 lascio il lavoro e voglio diventare cuoco/pasticcere!” …ma anche NO!


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Lettera aperta a chi sogna di fare il cuoco.
Prima di tutto voglio scusarmi per la schiettezza che utilizzerò in questo articolo. So che è bello sognare e so anche che chi è molto (molto, molto, molto) motivato ci potrebbe anche riuscire. Sto parlando di chi, attirato dalle “sirene” dei programmi tv sulla cucina sogna di diventare cuoco (o pasticcere).

In una rincorsa partita quasi 20 anni fa da “la Vecchia Fattoria” passata da “La prova del Cuoco” e arrivata al suo massimo con “Masterchef” e “Bake Off Italia”, l’Italia intera è diventata “chefcentica”.

Guardo i provini di Masterchef (so che non può essere totalmente rappresentativa ma ne ho visti di identici anche fuori dal contesto televisivo), e vedo tante persone oltre i 30 (anni) che parlano del sogno della loro vita: “…diventare chef”, come se fosse una burletta. Sento chi ne parla come “del lavoro che sogno di fare e che mi fa andare a lavorare col sorriso la mattina”. Come se fosse un gioco, un lavoretto fatto per piacere. Questo però è anche dovuto all’immagine del cuoco che si sta dando tramite i media.

Vi svelerò un po’ di cose.:

  • Gli istituti alberghieri STRARIPANO di studenti in età di corso. Quindi, anche frequentando corsi superiori di cucina costosissimi, una volta trovato (per grazia ricevuta) un lavoro, vi troverete ragazzini con la metà della vostra età che vi superano in velocità, capacità e avanzamento in carriera. Questo non perché siano per forza più portati di voi, ma semplicemente perché il loro percorso è iniziato a 14 anni finite le scuole medie. In più, grazie alle ultime riforme della scuola, esistono gli stage. Quindi, nelle grandi cucine, dove andrete a cercare lavoro, avete la concorrenza di questi ragazzini che lavorano GRATUITAMENTE e a ricambio continuo. Nelle cucine stellate, troverete poi giovani professionisti di tutto il mondo che lavorano praticamente gratis pur di far curriculum. In oltre, se fosse così semplice fare il cuoco, come mai solo il 10 – 15% di chi esce dall’alberghiero continua per la strada della cucina?
  • Fare il cuoco è un mestiere di “gavetta”. Non si può pensare di uscire da un istituto di corsi avanzati di cucina ed essere assunti come chef. É poi assolutamente è vietato aprire un ristorante proprio gestendolo come chef senza aver fatto anni di esperienza come dipendente. Questo non per legge, ma per buon senso e per riguardo delle vostre finanze.
  • Aprire una pasticceria o un bar non è meno complicato. Oltre ad avere le giuste basi, si deve essere “nel giro” da molto. Questo anche perché, se nel ristorante si cucina al momento, in pasticceria si deve invece preparare “a perdita”. Cioè, si produce sulla fiducia di vendere quanto più possibile e quello che si produce ha una breve “vita” utile alla vendita (i dolci invecchiano e in poche ore peggiorano anche solo visivamente).
  • Un serio percorso di studi alberghieri vi fermerà per almeno un anno. Le scuole serali e i percorsi una tantum sono a mio avviso molto più difficili per la formazione. Per imparare bene, si dovrebbe prendere almeno un “anno sabbatico” per dedicarsi con tutte le forze all’apprendimento. In oltre, come è normale che sia, (non insegnando filosofia, nelle scuole di cucina si usano laboratori impegnativi e grandi quantità di materia prima) sono scuole costose.
  • Non tutti i cuochi sono delle star. Se vi piace l’idea di fare il cuoco, pensate bene alle vostre motivazioni e chiedetevi: “lo voglio fare perché mi piace l’idea di lavorare chiuso in cucina 60/90 ore a settimana di cui retribuite (forse) i ⅔?”. L’idea che i media danno del cuoco è fare il guascone tra programmi tv, libri di cucina e serate di gala. Non è così naturalmente. Per ogni chef/star, ci sono decine di migliaia di normali professionisti che svolgono il loro lavoro senza lustrini e riflettori.
  •  Se pensate di andare a lavoro la mattina col sorriso, sappiate che pur amando tantissimo il lavoro di cuoco, questo comporta pressione, preoccupazioni e stress fortissimi. Il cuoco infatti è ogni minuto sotto esame. Il vostro superiore vi giudicherà in ogni azione. Ci sarà sempre il vostro capo partita, o il vostro chef, pronto a folgorarvi con lo sguardo (o nella maggior parte dei casi sollevarvi da terra con delle urla). Se siete lo chef (quindi a capo della cucina) ci sarà il proprietario e direttamente il cliente a giudicarvi ad ogni piatto in uscita. Se siete lo chef e siete anche proprietario; avete sempre il cliente, giudice assoluto e poi avrete sulla coscienza la crisi economica e gli studi di settore dell’agenzia delle entrate (che non tengono conto della crisi economica).

Se dopo aver letto quanto sopra siete ancora dell’idea! Tanti in bocca al lupo e fatemi sapere se vi serve una dritta. Una passione va sempre seguita, usate però sempre molto buon senso.

vostro, Riccardo Carnevali

P.S.: non sono contro i talent e devo dire che masterchef mi fa riderissimo. Li guardo tutti con piacere… però è importante capire dove sta la realtà. Ho tanti ex alunni anche molto in gamba che per trovare lavoro devono sudare sette camicie o andare per forza lontano in stagione, quindi mi spiace che si alimentino troppe false speranze. Fare il cuoco è un po’ come fare lo sportivo. Si deve cominciare prestissimo e non tutti diventano campioni.

15 Comments

  1. Salve, questo è un articolo estremamente interessante.. Ammetto che ci sto facendo un pensiero . Mi spiago meglio. Non ho mai seguito reality show dedicati alla cucina ecc,,,, non mi interessa proprio il genere. Quindi, personalmente, non sono influenzato dal boom di questo genere di moda oggi giorno con CHEF che diventano star ecc.. Io so solo che , personalmente, sono attratto dalla cucina e dalla pasticceria soprattutto. Quando posso cucinare a casa e creare qualche torta per me è come se il resto sparisse. E’ divertentissimo e molto creativo. Io nasco come artista. Collaboro a fumetti e uso programmi di grafica anche. Ma è un mestiere sottopagato e non riconosciuto in Italia….. Che strano !! 🙂 … E, ammetto, ultimamente ( ho 31 anni ) mi volevo informare per un corso anche lungo ( che duri anche un anno ) dedicato alla pasticceria per provare,,, Sono ambizioso, ma ripeto, non penso di diventare una star pasticcere in tv o aprire un mio negozio……… Credi che tutto questo sia solo un sogno e dovrà rimanere tale ? Lo chiedo proprio per avere pareri ovviamente..

    Grazie

    Massimo

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    1. Salve Massimo,
      dall’interno, posso dirti che anche il cuoco è un mestiere sottopagato per la quantità di ore che si fanno. Soprattutto se lo si fa appunto da dipendente. Nel senso che, a parte le grosse realtà alberghiere, che hanno “il cartellino” da timbrare; lavorare in cucina non ha orario. Si esce quando è finita. Ad esempio, è domenica? Ci sono stati 90 coperti fino alle 15.00 e a cena è pieno? Si salta la pausa pomeridiana e si sta in cucina fino all’una di notte a fare preparazione e servizio. Ti calcoleranno lo straordinario? No! Oppure più semplicemente, devi lavorare per contratto dalle 10.00 alle 14.00 e dalle 18.00 alle 23.00? Bene, dal primo giorno il tuo orario di lavoro sarà dalle 9.30 alle 16.00 e dalle 17.30 alle 01.00 nella maggior parte dei giorni. Non ti sta bene? C’è la fila di cuochetti pronti a farlo.

      La cucina, la pasticceria, sono cose piacevoli, divertenti e rilassanti quando le si fanno lontano dal lavoro. Una volta che si fa per mestiere, diventa un mestiere come un altro. Per quanto lo si possa amare, la mattina non si va a lavoro fischiettando felici. Ci sono grandi pressioni psicologiche e fatica fisica. Si è appunto giudicati in ogni cosa si produca. Si sta in piedi tutto il tempo e si soffre un sacco di caldo. Per non parlare della vita pubblica ridotta a zero. Perché lavorando quando gli altri staccano di lavorare x venire a mangiare, si perdono tutti i giri degli amici che non fanno il nostro mestiere (per non parlare della propria ragazza).

      Detto ciò, AMO PROFONDAMENTE IL MESTIERE DI CUOCO E NON CREDO RIUSCIREI A STARE SENZA FARLO, però sappi che siamo degli scoppiati. Per quanto riguarda il cambio di mestiere alla tua età, come dicevo qui nell’articolo, ti troverai a cercare il primo lavoro contro ragazzetti dai 16 ai 19 anni che prendono 600-800 € e sono pure contenti, perché sono i loro primi soldi e abitano ancora coi genitori, quindi il primo lavoro che troverai finito il corso sarà altamente sottopagato, perché per quanto possa essere completo e dettagliato il corso, il mestiere di cuoco lo si impara lavorando. Quindi, uscito da scuola, sarai (come siamo stati tutti) quasi inutile, buono per pulir verdure e ramazzare dove passa lo chef. Si inizia affidandoti fasi di preparazione preliminare… poi quando mancherà qualche cuoco inizieranno a metterti in mano una padella e farai un gran casino con le comande. Se resisti, allora ti alzeranno di grado e potrai ambire allo stipendio di uno che fa 36 ore a settimana ma ne farai 60. Se resisti qualche altro anno magari ai 1800 € ci arrivi.

      Questo è quello che capita in media. Le eccezioni poi sono la regola. Magari trovi tutti i posti giusti e fai gavetta ed esperienza in pochi mesi. Solo che cose del genere capitano molto poco.

      In bocca al lupo
      R.

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      1. grazie mille per la risposta è piacevole leggerti perchè scrivi cose realistiche e al tempo stesso stimolanti.
        Cioè prepari la gente la dura realtà di come sarà il lavoro , se uno ha la fortuna di arrivare a un posto simile !!!
        La cosa inquieta , ma al tempo stesso mi fa sperare in qualcosa lo ammetto..
        Guarda, per il piacere della chiacchierata e per raccontarmi un pò, ti dirò un pò come è il mio lavoro fino ad ora.
        Da un lato non ho orari,..
        Io come COLORISTA DIGITALE DI FUMETTI, praticamente lavoro nel mio studio per diverse case editrici che son sparse in Italia.
        Quindi da un lato sembra un lavoro libero.
        Però dall’ altro devo tenere fede a ogni consegna e ci son periodi in cui devo consegnare 50 tavole ( sarebbero le pagine ) per un lavoro, ,,, altre 30 per un altro..
        Quindi mi tocca stare gobbo sulla scrivania anche di notte e nei week end per terminare a tempo debito !!
        E dopo un pò la cosa diventa snervante,,,
        Le colorazioni ( che di base io farei per passione estrema ) diventano cose meccaniche ecc..
        Alla fine è un pò il discorso che hai fatto anche tu.. eheh 🙂
        Il mio problema è che questo è un lavoro non riconosciuto e io lavoro a PROGETTO..
        E spesso sotto pagato, A TAVOLA ( pagina ).
        Quindi non ho per niente uno stipendio fisso, nessun guadagno mensile..
        MAGARI..
        Io guadagno ogni tot tavole che consegno per un determinato progetto.
        Ad esempio una commissione me la pagano 600 euro,, allora si fa 300 a metà lavoro e le restanti 300 alla fine di tutto.
        La fortuna è avere, negli stessi mesi, più collaborazioni alla volta.
        Così ci son più entrate ovviamente..
        Però, come vedi, è tutto molto vago e le spalle non son per nulla coperte.
        Se a qualcuno gli gira di trovare un altro colorista,,, io non ho nulla in mano.
        Si è coperti da contratti temporanei per collaborazioni del momento…
        Quando una casa editrice ha bisogno per un tot di tavole, o di altre cose ecc.. ecc..
        Cosa mi ha spinto a proseguire fino ad ora, 31 anni ?
        La forte , fortissima , passione.
        E lo sperimentare diverse collaborazioni finendo pubblicato anche in fumetti usciti in Edicola ..
        Un sogno che si è davvero realizzato, ma passa il tempo e noto che da veramente poco..
        Per me pensare ora come ora ad avere anche 300 euro al mese fissi e sicuro sarebbe un sogno 🙂
        E dall’ altra parte di questa passione, c è la cucina.
        Quando riesco a spadellare per me è un altro modo di creare , soprattutto con i dolci –
        Per questo volevo quasi quasi tentare un corso ( anche costoso e che mi occupi un bell anno ).
        Anche se so che magari finirei a pulire per padelle fino ai 40.
        Sarebbe già qualcosa di più di quanto non guadagno ora. .. . . . . . .

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  2. Mi trovo perfettamente d’accordo con tutto quanto hai scritto nel tuo interessante articolo!
    Cucinare è una delle mie più grandi passioni e spesso ho desiderato avere la possibilità di mettermi alla prova seguendo un serio corso per poter migliorare.
    Bisogna però rendersi conto che il mestiere di cuoco e di pasticcere è davvero molto impegnativo, la strada per ottenere risultati professionali appaganti è lunga e molto faticosa.
    Come moglie di un pasticcere posso assicurare che questo è un lavoro duro, molto più di quanto si possa immaginare.
    La passione ed il talento non bastano, bisogna essere veloci, saper fare tantissime cose contemporaneamente, coordinare il lavoro facendo “andare le mani”…non è come nei film in cui cuochi e pasticceri passano ore a degustare piatti ed impasti alla ricerca dell’ingrediente mancante che renderà il risultato straordinario: questo è un lusso che possono permettersi solo chef pasticceri-cuochi di alto livello che hanno uno staff di persone che preparano tutte le basi e lasciano loro la parte finale creativa e poetica che tanti sognano. Come hai giustamente detto tu per arrivare a questo livello ci vogliono hanni sottopagati di dura gavetta, e molti sono i momenti in cui si perde l’ispirazione…talvolta è davvero sfiancante.
    A tutti coloro che hanno questo sogno nel cassetto dico: continuate a cucinare, continuate a migliorare, coltivate il vostro talento e fate assaporare i vostri capolavori domestici alle vostre famiglie. E se aveste la possibilità di fare una scuola di cucina e dei corsi validi fateli….ma per voi stessi!!! Nessuno vi vieta di farlo come passatempo una volta tornati dal lavoro.
    Sono certa che se ci capitasse di conoscere qualcuno che a trent’anni un giorno decide di studiare psicologia perchè gli piace tanto intrufolarsi nella mente degli altri e analizzare i sogni non saremmo tanto propensi ad appoggiarlo… Ma chissà perchè il mestiere di cuoco-pasticcere è tanto sottovalutato che molti si sentono all’altezza di mettersi in gioco!
    Poi come hai detto tu ci sono le eccezioni…ma restano poche!
    Un saluto e complimenti per questo bellissimo blog che ho appena scoperto,
    Rebecca

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  3. “Se dopo aver letto quanto sopra siete ancora dell’idea! Tanti in bocca al lupo e fatemi sapere se vi serve una dritta”prima complimenti per questa realtà, lieto di sentire le tue parole.almeno uno che raconta la vera realtà delle cucine.
    e come , si che mi serve una dritta, dopo circa 5 anni anni a cercare un posto di alto livello dove affiancare cuochi di talento nello scopo di imparare sono ancora cui a cercare.
    è cosi difficile trovare un tutor valido?i sogni vanno seguiti ma il mio sta diventando ossessione senza che io riesca a dare senso.non riesco a stare lontano dai fornelli anzi una volta in cucina per me è come se il tempo si fermasse, ma non so come muovermi per incontrare un tutor validissimo .vorrei qualche consigli da parte vostra che magari avreste fatto piu strada di me.

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  4. Ciao, ho scoperto solo ora quest’articolo sul quale mi associo ai complimenti di cui sopra per com’è ben scritto! Ho 31 anni, un percorso di studi universitari in economia politica in dirittura d’arrivo finalmente, anche se con molta fatica mentale e dispendio di risorse. In questi ultimi quattro anni ho lavorato in un ristorante pizzeria nella capitale come cameriera ed è così che ho imparato a conoscere questo mondo..con tutti i suoi aspetti negativi! Da anni non ho la tv in casa (e vivo benissimo così), guardo in streaming principalmente film e informazione..dunque non ho mai visto una puntata di MasterChef, pur ben sapendo chi è Cracco o simili nomi di importanti successi. Cucinare è sempre stata una mia passione, nel tempo mi sono “specializzata” sui dolci in particolare..L’esperienza al ristorante mi ha mostrato indubbiamente un mondo ben diverso da quello patinato del mainstream mediatico, e assai faticoso e sacrificante..e forse la pasticceria lo è ancor di più! Ma. Ma nonostanontante ciò sono fermamente decisa ad intraprendere la strada della pasticceria appena chiudo il capitolo studi a settembre. Ti scrivo (darti del tu mi pare spontaneo e più naturale) in realtà proprio per un consiglio a riguardo..partendo da zero e avendo una certa veneranda età per il settore, ho bisogno di un parere circa l’iscrizione alla Cast Alimenti.. dovrò richiedere ai miei un supporto finanziario e non navigando nell’oro (figlia non unica di un papà operaio e una mamma segretaria pensionati) si tratterebbe di un vero e proprio enorme investimento.
    Ora, ne vale la pena secondo te? Davvero tanto ne vale rispetto ai corsi da 5000 visti a Milano (è la città su cui ho deciso di orientarmi perchè ho possibilità d’aver un alloggio gratis) tipo Food Genius Academy, Congusto, Nolabacademy.. Ahimè io non ho parametri in base ai quali giudicare la validità d’un programma di una scuola piuttosto che di un altra, so che è importante formarsi delle ottime basi (come in ogni cosa credo) e poi tantissima seria gavetta, ma come valutare le migliori?! Non consoco personalmente alcun pasticcere/maestro. So una cosa: che non ho l’età (e i soldi) per investire un anno intero in lezioni in classe..(es. no Alma).
    Chiedo a te e a chi leggerà e si sentirà in grado di potermi aiutare, un consiglio (in particolare tra Food Genius Academy e Cast..) te ne sarei davvero molto grata..

    MP

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    1. Ciao Mari. Non credo di esserti molto utile per quanto riguarda questi corsi. Venendo da realtà alberghiere non conosco questi posti. L’unico su cui posso mettere la mano sul fuoco è la CastAlimenti. Il nostro mondo è spietato e ancora troppo maschilista, quindi ti faccio i miei migliori in bocca al lupo!!
      R.

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      1. Grazie, di cuore..ho valutato e ponderato e scelto: e Cast sia! Settembre è sold out, 1 posto rimane per novembre..vediamo se riesco a farlo mio!
        Buon lavoro, io continuerò a seguirti qui (complimenti) 🙂

        Mari

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  5. Interessante punto di vista. Pensavo che a Milano con ristoranti ovunque e sempre pieni non fosse difficile trovarsi una cucina cove lavorare. Tra l’altro ero convinto che un cuoco in un ristorante affermato (non stellato, semplicemente affermato) si facesse tranquillamente 4/5000 euro al mese.

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  6. Carissimo Riccardo, sono assolutamente d’accordo con lei che sia giusto dire la verità sulla professione ma più che spaventare potrebbe mettere a disposizione la sua esperienza per incanalare le forti passioni dei giovani nella giusta direzione. Poi mi permetta, è sicuramente durissimo il lavoro del cuoco o chef ma non penserà mica che oggi fare l’agente di commercio, l’infermiere, il muratore ecc. .. sia facile, sicuro, rilassante e privo di concorrenza a basso costo? la cucina italiana è ai vertici mondiali da sempre e se mio figlio finisse a fare il cuoco in un buon ristorante in Cina e fosse felice sarei un padre soddisfatto. di solito uno lavora e si finanzia le proprie passioni, chi invece riesci a guadagnare della propria passione… beh è un artista! Ho un figlio di 5 anni che da grande vuole fare il cuoco, finché lui avrà questo desiderio io lo sosterrò.
    Giuseppe Cappellazzo

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    1. Credo abbia frainteso il senso del mio post. il titolo dice “ho 30 anni, lascio il lavoro e voglio diventare cuoco!”. Qui semplicemente scoraggio chi è ben oltre l’età dello studio. Chi, vedendo i tanti programmi televisivi, si fa castelli in aria. Non scrivo da nessuna parte che fare l’agente di commercio, l’infermiere, il muratore ecc. .. sia facile, sicuro, rilassante e privo di concorrenza a basso costo. Dico invece che la cucina non è un’isola felice priva dei problemi degli altri mestieri.
      Cucinare per gli amici e fare qualche torta per conoscenti è un conto. Lo si fa con piacere e può venir bene. Farlo come professione implica le stessi problemi di chi fa l’agente di commercio, l’infermiere, il muratore ecc.
      Quindi, se suo figlio di 5 anni, tra 9 vorrà iniziare l’alberghiero, sono ben contento che lei lo sproni. Il nostro mestiere, se preso dal verso giusto è pieno di soddisfazioni e creatività.
      Questo post vuole solo evitare a chi vede tutto rosa e fiori, di andare a sbatterci la testa.
      Tanto, questo è un mestiere che non perdona l’improvvisazione. Studenti non portati o non pronti ai ritmi della cucina, finiranno col scegliere altre carriere.
      Adulti che iniziano a fare i cuochi senza avere le giuste basi sulla spinta della moda o di false speranze, andranno a “farsi male” scontrandosi contro la realtà.
      Il periodo delle “vacche grasse” in cui tutti i ristoranti lavoravano, è finito da parecchio tempo.
      L’improvvisazione si paga a caro prezzo.
      Questo era il significato dell’articolo.
      Saluti.
      R.

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  7. Ciao Riccardo,
    era ora che qualcuno cominciasse a dirlo.
    Io amo la cucina e sono una cuoca e dopo 20 anni, ho deciso di lasciare perdere: proprio perché amo cucinare, continuerò a farlo per la mia famiglia ed i miei amici, o per me stessa.
    Avete letto quello che ha scritto Riccardo? Bene, aggiungeteci l’opzione “essere donna” ed otterrete la seguente domanda: marito e figli? Eh sì, perché se siete una donna e lavorate in cucina, oltre a non avere tempo libero, non avere amici, dovrete mettere in conto che difficilmente crescerete una famiglia. Chi preparerà loro i pasti? Non pranzerete e non cenerete mai con loro, non ci sarete la domenica, a Natale, a Pasqua, per il loro compleanno.
    Io mi domando: vi piace cucinare? vi piace pubblicare sul web delle foto bellissime? bene allora fatelo a casa vostra.
    I cuochi dovrebbero essere rispettati. Invece ora vedo i miei colleghi migliori andare all’estero (quelli più giovani) e quelli più avanti con gli anni che cercano di piazzarsi in luoghi tipo mense o meno “attraenti/impegnativi”…perché? Perché la cucina logora il fisico, soprattutto le ossa, le ginocchia, per via dello stare in piedi per 10/12 ore al giorno, per 6 giorni la settimana.
    I cuochi andrebbero rispettati anche nello stipendio: diciamolo, la paga è calata. Una volta forse aveva la morale fare quella vita, in nome della cucina e della gratificazione economica.
    Però vorrei dire una cosa anche riguardo ai moderni imprenditori. Oggi per mandare avanti un’impresa bisogna essere degli eroi, essere super esperti, di cucina, di vini, di marketing, social network, informatica, amministrazione. Invece, negli ultimi tempi in troppi si sono improvvisati imprenditori e le conseguenze le possiamo vedere bene, viste le attività che chiudono, non solo per via della tassazione italiana che è assurda.
    Come dice Riccardo, dalle scuole escono molti cuochi, che debbono vedersela anche con la concorrenza straniera, che è disposta a lavorare a tariffe ancora inferiori di quelle dei ragazzini. Da noi non viene richiesto agli stranieri di superare un esame che accerti la conoscenza della lingua italiana, perciò vi troverete a comunicare in maniera approssimativa coi vostri colleghi, con risultati a volte violenti (esperienza personale).
    Aggiungo questo: ho frequentato la scuola alberghiera ed ho frequentato anche un anno presso un istituto alberghiero, per ottenere la specializzazione in pasticceria. Non pensate che questa competenza mi venga retribuita: per tutti cucina e pasticceria sono la stessa cosa. Grande errore. La pasticceria è un mondo a parte, vasto, complesso, che parte dagli impasti ed arriva alle decorazioni.
    Vi piace cucinare? Cucinare vuole dire anche stare con le mani a mollo nell’acqua ghiacciata per 3 ore a pulire calamaretti, gamberi o pelare/lavare kg di patate infangate; oppure eviscerare una cassetta di mazzole, 5 kg di sarde. Fare il cuoco vuol dire anche essere persone pulite, saper pulire e saperlo insegnare agli altri. Dovete ricordarvi del forno che non deve essere lasciato incrostato, dei filtri in acciaio della cappa che sono da pulire costantemente, tenere in ordine il frigorifero, scrivere tutte le date sopra i prodotti e non sprecare nulla, controllare tutto quello che entra in cucina, perché i fornitori ti vogliono piazzare sempre qualche fregata (negli ultimi tempi soprattutto).
    Perché, se a uno piace cucinare deve fare per forza il cuoco? A me piace il computer ma non voglio diventare un tecnico informatico. Insomma, quelli che sono cuochi professionisti non sono mica degli scartini, fanno quel lavoro da anni, anni ed anni..come si può pensare di sostituire l’esperienza con un corso? La cucina è una moda e come in tutte le mode, ci sono persone che ci guadagnano, tipo quelli che fanno i corsi e che vendono le attrezzature da cucina (avete notato che adesso gli attrezzi da pasticceria e cake design li vendono tutte i supermercati?).
    Poi, per carità ognuno è libero di fare quel che vuole, come me che lascio perdere…ma sorrido quando vedo persone che si proclamano cuochi perché sanno fare la red velvet o i cupcakes, poi vanno in crisi davanti ad un ragù alla bolognese fatto a regola d’arte, non conoscono i piatti regionali italiani, non hanno un’idea di come si faccia un impasto come si deve (tipo mettono il sale assieme al lievito e gli ingredienti in sequenza a caso).
    Io nel frattempo mi sono iscritta all’università (si mentre lavoravo) e negli anni mi sono laureata e sono scappata da questo ambiente ed ho una vita. Anche per il motivo sopra, cioè le ossa/ginocchia, perché come dice Riccardo, siamo come i calciatori (non nel senso della paga) ma, se ci rompiamo, noi non andiamo in pensione a 40 anni; come ci arriviamo a 65? E non dimenticate che le nostre mani sono i nostri soldi: non dobbiamo mai farci male alle mani e se ci capita come ad un collega -che si è ustionato gravemente alla sinistra- la nostra carriera come proseguirà?
    Complimenti a Riccardo per il pragmatismo e in bocca al lupo a tutti: ” Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni” diceva Shakespeare.

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